Bayt

In viaggio verso casa

Autori: Marzia Coronati
Produzione: Centro Studi Confronti - Radio Rai Tre
Anno: 2019/2020
Immagine di copertina: Michele Lipori
Musiche: Dario Coletta

A novembre 2019 ho seguito il viaggio di 113 persone, 113 tra quel milione di profughi siriani che oggi vive in Libano. I 113 hanno una cosa in comune: l’incontro con gli operatori dei corridoi umanitari, un programma che organizza viaggi sicuri dal Libano a l’Italia per le persone in fuga dalla guerra. Il risultato di questo viaggio l’ho intitolato “Bayt – in viaggio verso casa”, un documentario radiofonico in cinque puntate. Ascoltatelo e capirete come funziona l’unico sistema sicuro per arrivare in Italia per chi oggi scappa dalla guerra.


I corridoi umanitari oggi, per la stragrande maggioranza delle persone in fuga da una guerra, rappresentano l’unico modo per arrivare in Italia in sicurezza, su un normale aereo di linea e con un regolare documento in tasca. Purtroppo sono appannaggio di pochissimi, il progetto è autofinanziato e i suoi costi sono coperti da un gruppo di chiese - la Federazione delle chiese evangeliche e la Comunità di Sant’Egidio - che dal 2016 ad oggi ha potuto attivare il programma per circa duemila persone. Le chiese ci mettono il denaro, l’organizzazione e l’accoglienza, le ambasciate e i ministri competenti assicurano per le persone beneficiarie il rilascio di un documento che li inserirà nel percorso per la richiesta di asilo.

Bayt in lingua araba si può tradurre con “casa”, ma il suo significato va oltre le pareti, evoca emozioni, desideri, aspettative, dinamiche intorno al luogo abitato. In Medio Oriente la bayt è sacra. Ho accompagnato i 113 negli ultime preparativi e ho potuto constatare che nessuno di loro in Libano è riuscito a ricostruire la propria bayt frantumata dai bombardamenti, la speranza è che in Italia le cose vadano diversamente.

In queste settimane a Bruxelles si sta discutendo la possibilità di istituzionalizzare i corridoi umanitari. La macchina, attiva dal 2016, è ormai oliata e se a coprirne i costi fossero le istituzioni i numeri dei beneficiari potrebbero drasticamente aumentare. I proponenti del progetto dei corridoi umanitari europei hanno ipotizzato di iniziare dalla Libia, dove attualmente cinquanta mila profughi sono in cerca di un posto sicuro in cui costruire la loro bayt.