QUANDO MI SENTO A CASA?
Una sperimentazione sonora per attraversare con le orecchie gli spazi che abitiamo realizzata nella primavera del 2025
A partire da marzo del 2024 un gruppo di ragazzi e ragazze della scuola secondaria dell’istituto Padre Semeria di Roma ha iniziato a incontrarsi nel cortile dell’istituto, un pomeriggio a settimana.
Quello che abbiamo fatto e facciamo - registrando, giocando, chiacchierando, stando in silenzio, scrivendo, camminando, stando sdraiati per terra - ha un obiettivo principale: affinare la nostra capacità di ascolto, un ascolto attivo che ci permette di stare dentro le cose, di comprendere gli altri seppur nelle diversità, di rallentare per andare più nel profondo.
Il laboratorio è realizzato nell'ambito del progetto Scuole Aperte 2024 del comune di Roma, grazie all’organizzazione dell'associazione genitori Scuolaliberatutti.
Con il gruppo che si è incontrato nella primavera del 2025, abbiamo intrapreso un’indagine sonora sul tema della casa, dell’abitare, del sentirsi accolti.
Premendo il primo player qui sotto, ascolterete un cocktail realizzato con piccole parti di quanto registrato nel corso dei cinque incontri. Non è un ascolto lungo, sono dieci minuti, prendetevi il vostro tempo e… costruite una casa insieme a noi!
Mi sento a casa da mia nonna, mi sento a casa quando vado a chitarra, mi sento a casa nel cortile di scuola, mi sento a casa a Tokyo. Dopo avere ragionato sui suoni che popolano le nostre case - la porta che scricchiola, il gatto che si lima le unghie sul divano, il silenzio che popola la stanzetta - abbiamo chiesto a adulti e bambini incontrati casualmente dove si sentivano a casa. Ecco qui alcune delle loro risposte:
Cosa significa abitare uno spazio? Quando passiamo la maggior parte del nostro tempo a scuola, nel luogo di lavoro, in metropolitana o sull’autobus, è veramente la casa il luogo in cui abitiamo? E allora, cosa consideriamo di nostra proprietà? La casa in cui viviamo o lo spazio che attraversiamo? Vivere in una casa è un diritto? E se lo è, perché è privilegio solo di alcuni? Da sempre ci sono persone che non hanno possibilità di avere un tetto sopra la testa, perché non si è trovata una soluzione in tutti questi anni? Perché c’è chi occupa? Come si vive dentro un’occupazione? Come trascorrono le giornate i ragazzi che ci abitano? Abbiamo parlato di tutto questo e di tanto tanto altro con Mattia Tombolini, Andrés e Leonardo. Qui le nostre conversazioni:
A partire da marzo del 2024 un gruppo di ragazzi e ragazze della scuola secondaria dell’istituto Padre Semeria di Roma ha iniziato a incontrarsi ogni giovedì per un paio d’ore.
Alla fine di questo percorso abbiamo costruito un… percorso! Un’audioguida realizzata con le nostre registrazioni - suoni, interviste, dialoghi e monologhi - conduce su e giù per la collina che ospita la scuola. Per ascoltarla basta andare all’ingresso di Via Ostiense 263 e premere play nella barra qui sotto
Nell’indagare la relazione tra l’animale uomo e altri animali, abbiamo incontrato due persone che da anni lavorano con fauna di diverso tipo.
Denny Montico si definisce un responsabile di benessere animale, è nato e cresciuto nel circo e ora è un addestratore di leoni
Umberto Pessolano è un naturalista e un tassidermista, dirige il Museo del Fiume di Nazzano
Ci siamo cimentati in quello che in gergo giornalistico si chiama vox populi, una raccolta di impressioni estemporanee su un determinato tema. Un gruppo aveva compito quello di indagare il rapporto tra le persone e gli animali selvatici:
E un altro ha indagato la relazione tra i cittadini di Roma e il fiume Tevere (con qualche incontro “surreale” e qualche simpatica pausa musicale):
Ci siamo cimentati in una prima intervista. Il nostro interlocutore è stato Claudio Sisto, grande conoscitore del fiume Tevere e del mare, fotoreporter e amante degli animali, soprattutto quelli che vivono in acqua: